“Viaggi terrestri, marini e lunari del barone di Münchhausen”
di Gianluca Caporaso
illustrazioni di Sergio Olivotti
Lavieri edizioni, 2019
(a partire da 7 anni)
Il barone di Münchhausen è esistito davvero: era un nobile tedesco che visse nel XVIII secolo. Coraggioso soldato e appassionato cacciatore, si guadagnò il soprannome di “Barone Fanfarone” e, una volta abbandonati i campi di battaglia (aveva partecipato alla campagna di Russia contro i turchi nella seconda metà del 1700), si ritirò nella città natale di Bonwerder dove amava raccontare a tutti le straordinarie avventure di cui era stato l’indiscusso protagonista.
Molti lo ascoltavano con curiosità, taluni con ilarità, di sicuro qualcun altro decise di scrivere le sue avventure surreali per consegnarle alla storia!
E proprio al “Barone Fanfarone” è ispirato questo libro straordinario composto da perfette quartine di rime alternate scritte da Gianluca Caporaso e splendidamente illustrato dalla matita di Sergio Olivotti che ha caratterizzato con il suo stile inconfondibile la celebre figura del barone, evidenziando oltremodo i baffi sontuosamente arricciati e il codino di moda nelle nobili pettinature settecentesche. Il barone si sposta fra le pagine come in un labirinto surreale, segue strade, percorsi, immagini che riempiono gli occhi e accompagnano il lettore in un’altra dimensione.
Le avventure del barone così ritornano rivisitate, fresche e ruspanti per proporci con un tocco di modernità questi racconti affascinanti farciti di una stravaganza fuori dal comune.
“In queste rime si narrano le assurde vicende del barone di Münchhausen. Qui si dice qual che si dirà…”.
Un libro in rima comincia – ovviamente – con una rima, ma poi continua a celebrare, fra una quartina e un’illustrazione, queste storie al limite dell’impossibile.
Si narra quindi del barone e del suo insuperabile cavallo che dopo una nevicata sciolta durante la notte rimase appeso al campanile dove il barone lo aveva legato, o di quando l’equino dopo essere stato diviso in due da un portone chiuso di colpo quando si abbeverava l’acqua cadeva giù dalla parte mancante.
Assurdo?
Forse è più assurdo il barone che, sempre in sella al suo destriero, impantanatosi nelle sabbie mobili riesce a sollevare se stesso e l’animale issandosi verso l’alto aggrappato solo al suo piccolo codino.
Oppure la sua avventura più famosa, quando impegnato nell’assedio di una città inespugnabile il barone “cavalca” una palla di cannone appena sparata per controllare dall’alto a che punto sono le difese della città.
E poi ci sono i viaggi mai viaggiati, le avventure non vissute, le imprese agognate, sono le storie che il barone vorrebbe ricordare, ma in realtà sono solo dei pretesti per interrogarsi sulla sua misera forma di essere umano…
Ma alla fine non è importante cosa è vero e cosa non lo è, l’importante è continuare a infarcire la propria vita di fantasia! Il barone porta con sé un grande insegnamento: ci insegna che una storia è qualcosa di magico e, se è ben raccontata, fa vibrare il cuore, fa spalancare gli occhi e la bocca (nonché le orecchie) di chi l’ascolta, non ha importanza se è vera, l’importante è che sia veritiera.
Una piccola opera d’arte che avvicina i lettori a questo straordinario personaggio che, per un momento, fece parte della storia del XVIII secolo.
H!
www.lavieri.it/
(immagine: la copertina del libro)
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