Negli anni Ottanta la scrittrice britannica Lynne Reid Banks pubblica “L’indiano nell’armadio” (“The indian in the Cupboard”, 1980) ed è subito un successo seguito poi da altri quattro libri che completano una vera e propria saga.
La storia, apparentemente molto semplice, in realtà è continuamente in bilico fra il desiderio infantile di vedere animati i propri giocattoli e… i viaggi nel tempo!
Omri, per il suo compleanno riceve da suo fratello un armadio (simile a quelli che si usano per contenere le medicine), il regalo insolito è seguito da una chiave antica che sua madre gli offre per poterlo chiudere e custodire meglio le sue cose.
Omri chiude nell’armadio una figurina di plastica di un indiano che prende vita.
Si potrebbe pensare ad una trama stile “Toy story”, ma l’indiano che diventa vivo dentro l’armadio di Omri è un vero indiano irochese che si chiama Piccolo Toro (Little Bull), vissuto nella seconda metà dell’Ottocento, un vero umano in miniatura che ha tutta una serie di esigenze: mangiare e costruirsi una casa.
Nel 1995 la storia di Omri e di Piccolo Toro viene trasportata sullo schermo con il film dal titolo italiano “La chiave Magica” per la regia di Frank Oz (USA). Purtroppo il film esplora solo l’aspetto avventuroso legato alla chiave, all’armadietto e la lunga serie di equivoci che si verifica quando Omri cerca di nascondere Piccolo Toro ai suoi compagni di scuola o ai suoi genitori, trattando in modo un po’ goffo l’aspetto magico dei viaggi nel tempo e l’amicizia fra due persone che vivono in secoli diversi, che per una serie di eventi incredibili condividono un pezzo di vita.
A mio avviso la saga letteraria è spettacolare, soprattutto il quarto libro (“Il mistero dell’armadio”), quando finalmente l’autrice spiega da dove ha origine la magia dell’armadio.
In Italia i libri di Lynne Reid Banks sono pubblicati da Salani:
“l’indiano nell’armadio”
“l’indiano fu ferito”
“Il segreto dell’indiano”
“Il mistero dell’armadio”
“La chiave dell’indiano”.
H!
(immagine: le copertine italiane dei libri di Lynne Reid Banks, le copertine inglese e americana e la locandina del film di Frank Oz)
Lascia un commento