SALIS E L’EQUILIBRIO DEI REGNI
di Daniela Morelli
illustrazioni di Paolo d’Altan
Edizioni Piuma, 2021
a partire da 12 anni
Salisedine, che tutti chiamano Salis, doveva chiamarsi Esperança, però è nata in una salina dove i cristalli di sale (dei giganti composti di prismi) controllano gli esseri umani ormai loro schiavi costretti a raccogliere il sale per nutrirli.
E’ un mondo distopico quello in cui cresce Salis, dove i Regni Naturali (Animale, Vegetale e Minerale) si sono mescolati ed ognuno cerca di prevaricare rendendo schiavi gli uomini.
Ma Salis è figlia di uno scienziato e anche lei in un certo senso fa parte di quell’evoluzione: è una polimorfa, un “salto di specie” rispetto agli altri uomini, perché i suoi capelli sono vivi, lei è l’Hallelujah-della-Luna.
Sì, perché Salis con la Luna ci parla, è l’astro argentato che comunica con lei e la invita a trovare il suo destino oltre la salina.
Poi, un giorno, un’esplosione rimbomba come un tuono. E’ il vulcano dove il padre di Salis si è diretto molti anni prima per cercare di distruggere alla fonte l’energia che nutre i loro carcerieri e ripristinare l’Equilibrio dei Regni.
Così Salis si decide a fuggire, dopo aver perso tutto, si lascia alle spalle la salina e segue le orme di suo padre per scoprire il segreto che tiene in vita i minerali di sale.
Ma scappare dalla salina non è facile: i guardiani (Cloridrio, Cianidrio e Nitrico) sono aguzzi, feroci e pericolosi e non vogliono certo perdere una schiava.
All’inizio Salis non lo sa, ma si infila suo malgrado in un altro Regno, quello Vegetale, dove gli uomini cercano di vivere come possono con la natura che li controlla.
La paura però rende gli uomini crudeli, incapaci di cambiare le cose, quindi coloro che abitano il Regno Vegetale temono la novità, secondo loro non c’è soluzione al disequilibrio del mondo che hanno imparato a temere.
Il padre di Salis però ha provato a trovare una soluzione, lui credeva nella scienza e non nelle superstizioni, c’è sta un’esplosione, ma ora è compito di sua figlia raccogliere la sua eredità.
Non senza difficoltà (e non da sola) Salis si incammina verso il vulcano…
Un romanzo distopico dove gli uomini non conoscono più il mondo che c’era prima del mondo, qualche sbiadito ricordo è rimasto nelle menti dei più anziani, ma i giovani (come Salis e i bambini della salina) non vogliono accettare la loro condizione di schiavi, non vogliono arrendersi ad una vita sottomessa dai capricci della natura e cercano una strada differente.
In un mondo dove i Regni Naturali hanno preso il sopravvento grazie agli errori degli uomini, dove un ecosistema ha imparato a difendersi diventando peggiore di chi l’ha preceduto, tocca alle nuove generazioni e ai “salti di specie” riportare l’ordine dove l’equilibrio si è spezzato.
Un romanzo in terza persona dove però possiamo “sentire” i pensieri della protagonista e imparare nuovamente con lei cosa sono i rapporti umani, cosa significa vivere in una comunità, poiché la sua condizione di schiava l’ha privata dell’identità.
Un messaggio ecologico che fa riflettere, su cosa succederebbe se la natura si riappropriasse di quello che le appartiene. Ma la storia di Salis parla di equilibri e spiega che convivere è possibile, che è possibile costruire un nuovo “prima” migliore del precedente. La ricerca dell’equilibrio non a caso è affidata alle mani di qualcuno che ha fatto un balzo in avanti nell’evoluzione, poiché tutto ciò che è naturale tende ad evolversi, a prendere il meglio di ciò che è stato, per diventare migliore.
Le illustrazioni di Paolo d’Altan sono perfette, e riproducono visivamente l’atmosfera del mondo distopico dove agisce Salis: l’azzurro lattiginoso del sale, la terra rossa, il verde della natura liberata e l’argento della Luna che si affaccia fra le nuvole.
H!
(immagine: la copertina del libro)
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