“Non stop”
di Tomi Ungerer
Orecchio Acerbo, 2020
(a partire da 6 anni)
L’ultimo, grande capolavoro di Tomi Ungerer (che lui non ha fatto in tempo a vederlo pubblicato) è un inno alla sopravvivenza e all’amore in un mondo dove non c’è più nulla di vivo.
Vasco è rimasto da solo sulla terra, tutti si sono trasferiti sulla luna, intono a lui ogni cosa è abbandonata.
Però Vasco non è solo ha ancora la sua ombra che si taglia netta sul paesaggio circostante e lo guida fuori dai guai prima che rimanga schiacciato da qualche crollo o dalle alluvioni.
L’ombra conduce Vasco oltre un muro dove c’è una strana creatura verde rannicchiata. La creatura si chiama Niente e consegna a Vasco una lettera da portare a sua moglie.
Sulla lettera non c’è l’indirizzo, ma Vasco dopo tante peripezie riesce comunque a trovare la moglie di Niente e lei gli affida la sua creatura appena nata: Poco.
Finalmente Vasco ha qualcuno di cui prendersi cura e la terra abbandonata in balia delle macchine e del cemento può diventare una possibilità per due creature che hanno bisogno di sopravvivere.
In fondo un posto dove andare si trova sempre, basta non fermarsi…
Surreale, apocalittico e con uno stile Bauhaus “Non stop” è come un manifesto futurista pieno di linee rette e ombre nere che rappresentano la terra abbandonata a se stessa dopo un’ipotetica apocalisse industriale.
Il cielo non è più blu, gli alberi sono di plastica, i palazzi si sciolgono come gelatina violetta, ma Vasco non è solo, ha la sua ombra, il suo secondo sé, il suo istinto che lo guida verso la vita, verso un’altra vita.
Non sappiamo perché Vasco è rimasto l’ultimo, ma poi piano piano comprendiamo che c’è un disegno più grande: lui deve salvare Poco, e insieme devono salvarsi da un mondo che non gli appartiene più come prima.
La salvezza per i due compagni di viaggio di trova nel deserto, perché è l’unico posto dove il cemento e le macchine non sono riusciti ad arrivare.
Un libro apparentemente cupo che invece è un messaggio di speranza: anche in un mondo svuotato un uomo solo può fare la differenza.
Un racconto surreale che ci catapulta in un futuro che assomiglia ad un quadro di De Chirico, dove tutto è vuoto ma in continuo movimento.
L’ultimo messaggio di un grande artista.
H!
www.orecchioacerbo.com/editore/
(immagine: la copertina del libro)
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