“Mostri & meraviglie – I gabinetti delle curiosità attraverso il tempo”
di Alexandre Galand
illustrazioni di Delphine Jacquot
Panini ragazzi, 2019
(9 – 10 – 11 anni)
Un grande libro (anche nel formato) con pagine che si aprono e mostrano fittissime illustrazioni di “wunderkammer” (in tedesco: stanze delle meraviglie) che dal XVI secolo cominciarono a fiorire fra gli studiosi, i principi e gli appassionati del genere esotico / fantastico.
Già durante il Rinascimento era uso per le persone più abbienti raccogliere in un unico luogo oggetti, animali e piante che arrivavano da ogni parte del mondo, ma solo due secoli più tardi i gabinetti delle curiosità vennero organizzati in modo più coerente, con l’avanzamento della scienza ogni cosa prese la sua giusta collocazione all’interno di vere e proprie collezioni.
Possedere una wunderkammer era segno di distinzione, l’idea di avere “il mondo in una stanza” affascinava gli ospiti e attirava gli studiosi, perché questi luoghi offrivano non solo lo spettacolo della natura con tutte le sue varianti, ma anche quello della meccanica, con gli automi e della scienza, con gli strumenti di misurazione.
Se nel tardo Rinascimento i camerini delle curiosità erano stanze in cui gli studiosi raccoglievano arte e oggetti per il loro piacere, nei secoli successivi le stanze delle meraviglie diventarono dei veri e propri musei in miniatura a disposizione delle persone facoltose e dei loro ospiti.
Con i grandi viaggi il mondo era diventato un po’ più piccolo e cominciarono a circolare manufatti, piante, conchiglie, animali e oggetti sconosciuti nella vecchia Europa, scatenando una vera e propria “caccia” all’oggetto più pregiato, inestimabile e bizzarro per comporre la propria personale “mirabilia”.
Come spesso accade, quando un prodotto è molto richiesto fiorisce anche il mercato parallelo dei falsi, ed è ovvio (oggi ci sembra scontato, ma un tempo molto meno) che le stanze delle meraviglie si riempissero di oggetti e creature costruiti apposta per truffare gli acquirenti. Così accanto a mummie egiziane, livree di uccelli tropicali, conchiglie giganti, modelli anatomici, diorami, automi, armature, manufatti etnici, c’erano anche ossa di giganti (ossa di grandi cetacei), corni di unicorno (denti di narvalo) e sirene essiccate (di solito due animali cuciti insieme).
Anche se la scienza progrediva, la credenza popolare si rifiutava di abbandonare i suoi mostri.
Raccogliere, catalogare, esporre: le collezioni divennero veri e propri mondi in una stanza, aperte anche agli studiosi che le volevano visitare e agli scienziati che cercavano un luogo per realizzare i loro esperimenti.
Il Secolo dei Lumi portò (appunto) la luce della ragione in tutti quei luoghi dove aveva attecchito per anni la superstizione, la scienza piano piano prese il sopravvento e dai gabinetti delle curiosità all’allestimento di veri e propri musei il passaggio sembrò quasi naturale. Tutti quegli oggetti che un tempo avevano fatto spalancare le bocche degli osservatori increduli ora era conservato, catalogato e mostrato in un museo tematico.
La Rivoluzione Industriale poi rese i collegamenti geografici ancora più pratici e, il mondo che fino a quel momento era stato chiuso in una stanza, ormai si poteva visitare negli zoo, nelle esposizioni universali e viaggiava sui “baracconi”.
E oggi?
Il fascino dei gabinetti delle curiosità non è tramontato, molte persone ancora oggi collezionano il mondo, solo che lo fanno con le opere d’arte, con le capsule del tempo, con i supporti multimediali e con una cassaforte che conserva i semi delle piante di tutto il pianeta.
Questo bellissimo libro con grandi pagine che si aprono come scrigni, è suddiviso per secoli e ci racconta come sono nate e si sono sviluppate le wunderkammer, analizzando gli ambienti storici in cui sono state create e le curiosità del loro contenuto.
Alla fine del libro inoltre troverete tutte le didascalie degli oggetti che compongono le pagine più grandi e i riferimenti storici per poter approfondire la ricerca.
H!
(immagine: la copertina del libro e alcune pagine interne)
Lascia un commento