“Il violino di Auschwitz”
di Anna Lavatelli
illustrazioni di Cinzia Ghigliano
Le rane – Inerlinea, 2017
(9 – 10 anni)
Questa è la storia di un violino, raccontata da un violino.
Non un violino qualsiasi, un Collin-Mézin, acquistato a Torino dal signor Edgardo Levy per sua figlia Eva Maria (detta Cicci).
Eva Maria era una grande musicista e tutte le sere allietava la famiglia con le sue note, ed il violino inizia questa storia raccontando la sensazione di strare fra le sue braccia.
La storia comincia in Italia nel 1943, quando il generale Badoglio firmò l’armistizio con Eisenhower e a quel punto i tedeschi – prima alleati – invasero il Bel Paese a caccia di ebrei.
Il violino suo malgrado, diventa così testimone delle disavventure della famiglia Levy, prima della loro fuga a Tradate per poter espatriare in Svizzera, poi della cattura e conseguente deportazione ad Auschwitz.
Eva Maria riuscì a nascondere lo strumento, dal quale non si voleva separare, anche sul treno che la portò verso il campo di concentramento.
Poi Eva Maria venne separata dai suoi cari, ma la musica le permise di avere un posto nell’orchestrina del campo di Birkenau, fra le musiciste che suonavano per le SS.
Eva Maria purtroppo non è tornata dal campo di concentramento, ma suo fratello sì, e dopo la liberazione di Auschwitz da parte dei soldati russi, Enzo Levy recuperò il violino e lo riportò a Torino, nella stessa bottega dove l’aveva comprato suo padre anni prima (perché aveva bisogno di riparazioni). Enzo non tornò mai a riprendere il violino, ma nel 2014 un filantropo milanese lo acquistò e ne ricostruì la storia che possiamo leggere in questo libro scritto dall’inconfondibile stile di Anna Lavatelli.
Una storia vera, una vicenda triste, che parla di guerra, ma anche di un pezzo di storia del Novecento che non va dimenticato, perché il violino di Eva Maria è tornato a suonare con il suo bagaglio di ricordi e, recentemente, è anche ritornato ad Auschwitz.
H!
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http://www.interlinea.com/lerane
(immagine: la copertina del libro)
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