“Il numero di telefono di Babbo Natale”
di Emanuela Da Ros
illustrazioni di Federico Appel
Parapiglia, 2019
(9 – 10 anni)
Ventiquattro lettere?
Ventiquattro lettere indirizzate a Babbo Natale, una per ogni giorno dell’Avvento?
E se a qualcuno (come a Fabrizio) non piacesse scrivere?
E se qualcun altro (come Hayat appena arrivata dal Marocco) non conoscesse ancora bene l’italiano?
Sarebbe molto meglio se Babbo Natale avesse un telefono…
Perché la maestra Marilena ha dato un compito così difficile?
In questo libro troverete tutte le quarantotto (più una) lettere che Fabrizio e Hayat, che sono compagni di scuola, hanno scritto a Babbo Natale, ma solo perché lui non ha un telefono.
Così per Fabrizio la corrispondenza con Babbo Natale diventa una specie di “diario segreto” a cui raccontare le proprie giornate, un “amico di penna” un po’ ingombrante ma sicuramente capace di ascoltare. Chi l’ha detto che una lettera deve per forza essere piena di emozioni, desideri e significati? Una lettera può essere anche uno sfogo, qualcuno (o qualcosa) a cui raccontare i propri problemi di cuore, qualcuno (o qualcosa) a cui parlare della propria famiglia o di una giornata storta a scuola.
Ma poi chi è Babbo Natale? Un magico elfo taglia forte o un vecchietto che sta perdendo la memoria e (a volte) scambia i regali?
Gli si deve dare del “tu” o del “lei”
Ha anche lui dei segreti? E quali?
Questi sono i pensieri che saltano fuori dalle lettere di Fabrizio, poi è il turno di Hayat.
Hayat arriva dal Marocco e sta imparando piano piano l’italiano, per lei è difficile scrivere le lettere, ma ce la mette tutta, e con lei conosciamo le sue usanze, le sue tradizioni natalizie, la sua famiglia e i suoi desideri.
Anche Hayat si rivolge a Babbo Natale (sbagliando spesso il nome) come ad un personaggio buono a cui raccontare la propria vita e, attraverso le sue parole, conosciamo gli inevitabili confronti fra i due paesi (Italia e Marocco) così lontani eppure così vicini… comprendiamo la diversità, il bullismo e la voglia di essere accettata.
I desideri di Hayat e di Fabrizio sono quelli di raccontarsi, di avere qualcuno che li ascolta e affidano le loro parole a qualcuno che (forse) non esiste.
Fabrizio gli racconta le sue giornate. Hayat la meraviglia e lo stupore di stare in un paese che non è il suo.
Se Babbo Natale avesse avuto il telefono non gli avrebbero mai scritto… per questo motivo non se lo comprerà mai.
Un libro (ormai) dal sapore antico. Le lettere, come si sente spesso dire, “non si scrivono più”, ed è un peccato, perché quando Fabrizio e Hayat sono costretti ad affrontare una pagina bianca riescono a tirare fuori il meglio di loro stessi.
H!
www.parapigliaedizioni.it/
(immagine: la copertina del libro)
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