“Il mare racconta – Storia, miti e leggende della navigazione”
di Paolo Ghirardi
Sassi, 2016
a partire da 9 anni
Come sarebbe stata la storia dell’uomo senza la navigazione?
Da quando ha cominciato ad andare per mare l’essere umano non ha acquisito solo la capacità di pescare e percorrere grandi distanze, ma anche di dominare le terre “liquide” del nostro pianeta.
In questo libro scritto e splendidamente illustrato con quadri ad olio e tavole ad acquerello da Paolo Ghirardi, c’è la storia della navigazione dai primi panieri di giunchi galleggianti apparsi in Cina e in Mesopotamia, fino alle grandi navi d’acciaio.
Partendo quindi dalle città fiorite intorno ai grandi fiumi e i primi rudimentali esperimenti di navigazione, cominciamo questo viaggio che tocca tutti i mari e gli oceani del mondo (con introduzioni storiche e cartine).
Quando si pensa a grandi navigatori dell’antichità ci vengono subito in mente i fenici che commerciarono sul Mediterraneo, però anche gli egiziani, i greci e poi i romani seppero costruire navi mercantili sempre più complesse, e anche navi da guerra, così le battaglie terrestri si spostarono sull’acqua.
Il dominio sui mari divenne be presto una conquista ancora più grande del dominio sulle terre, perché, con la possibilità di accorciare i tempi e le distanze, movimentare uomini e merci via acqua era assai più redditizio.
Anticamente fu sicuramente l’oriente a capire l’utilità di spostarsi sull’acqua e diede inizio ai primi fiorenti commerci nell’Oceano Indiano che poi, lentamente, arrivarono nel resto del mondo grazie a Marco Polo e ai primi grandi viaggiatori.
E viaggiarono anche i popoli del nord, per commercio e per fare nuove scoperte: al vichingo Erik il Rosso si attribuisce ancora oggi (non senza contestazioni) la “scoperta dell’America” molti secoli prima di Cristoforo Colombo.
Poi chi di noi non ha studiato a memoria a scuola le Repubbliche Marinare? Le quattro città che si unirono per difendere la penisola via mare contribuirono anche a far fiorire commerci con l’oriente dopo la caduta dell’Impero Romano. Ma le prime navi in grado di fare grandi traversate furono le robuste caravelle, agili e veloci, adatte alle lunghe navigazioni e diventate celebri proprio quando i famosi navigatori (Cristoforo Colombo, Ferdinando Magellano, Vasco da Gama, Amerigo Vespucci…) le utilizzarono per affrontare l’Oceano Atlantico.
Non solo le grandi potenze terrestri si contendevano il dominio dei mari perché ne avevano capito l’importanza ma, con il fiorire dei commerci sull’acqua, comparvero anche i pirati, le piratesse e i bucanieri che su quelle ricchezze volevano mettere le mani.
Il continente liquido però non offriva solamente una strada sicura e veloce per trasportare merci, ma era anche ricco di pesci e di animali che con le loro caratteristiche (per esempio l’olio del capodoglio) fornivano prodotti sempre più richiesti dall’industria.
Ma sui mari non si avventuravano solo imbarcazioni dedite alla guerra. al commercio, alla caccia o alla pirateria, dopo aver scoperto nuove terre si resero necessarie anche delle spedizioni conoscitive per ridisegnare i profili del mondo, per trovare passaggi fra i continenti o per classificare le specie di animali e piante non ancora catalogate.
Però la storia di come l’uomo ha affrontato il mare non è solo fatta di imbarcazioni sempre più sofisticate, di viaggi, di commerci e di scoperte, ma anche di grandi pagine scritte che raccontano l’eterno odio/amore fra l’uomo e il mare.
Il mare è sempre stato una porta verso l’ignoto per l’uomo, una distesa d’acqua che nascondeva misteri, tesori e divinità vendicative che potevano decidere la sorte di chi si avventurava sul loro personale specchio d’acqua.
Mostri e leggende alimentavano i racconti dei marinai che descrivevano meraviglie che non si trovavano sulla terraferma, ma il mare era (ed è ancora) soprattutto una promessa di viaggio, di avventura, la voglia di oltrepassare i limiti imposti dalla condizione “terrestre”.
Cosa sarebbe stata l’Odissea senza il viaggio sul mare di Ulisse, sballottato da Poseidone? Come sarebbe stata l’impresa degli Argonauti senza una nave senziente? Come avrebbe potuto Enea compiere il suo destino? Come sarebbero altrimenti nate le storie di pirati e isole del tesoro? Sarebbero esistite le leggende delle streghe del mare polinesiane?
Paolo Ghirardi fra queste pagine riporta anche dei brani letterari, pagine di diari di bordo, di romanzi, di tragedie, di racconti di tutti coloro che il mare l’hanno descritto con parole potenti (Omero, William Shakespeare, Herman Melville, Robert Louis Stevenson).
E poi ancora vele, strumenti per la navigazione, remi, fasciame, timoni, motori, ancore, cannoni… ogni dettaglio tecnico è spiegato con grande dovizia di particolari e, dopo aver sfogliato questo libro, avrete un’infarinatura completa sulla grande storia della navigazione, e conoscerete la storia dell’uomo attraverso il mare.
Una grande opera con illustrazioni iperrealiste e storicamente precise.
Alla fine del libro troverete anche la bibliografia utilizzata per realizzare quest’opera se desiderate approfondire alcuni degli argomenti trattati.
H!
(immagine: la copertina del libro)
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