I GIARDINI DI ARID
di Paul Biegel
La Nuova Frontiera, 2020
a partire da 10 anni
“Chi cerca trova, Ma non sempre quello che cercava”.
Arid è una città perduta.
Eppure qualcuno la sta cercando… qualcuno che ha una missione da portare a termine.
Comincia tutto su una zattera condotta da un nano che trasporta una fanciulla verso la città di pietra di Arid.
La fanciulla, che indossa scarpette d’argento (e che il nano chiama Dulcinana), chiede un passaggio in cambio di un bacio, ma non è l’unica a voler fare quella traversata, poco dopo di lei un menestrello paga lo stesso viaggio con una storia, così veniamo messi al corrente della triste vicenda di Miasarai e Tuononsarò, lei figlia di re, lui figlio di un giardiniere che a causa del maleficio di una strega non possono stare insieme, perché Tuononsarò viene trasformato in un fiore.
Tutti coloro che la fanciulla e il menestrello incontrano hanno la loro storia da raccontare e, attraverso le loro parole, piano piano ricostruiamo la storia di quel luogo che prima del maleficio di una strega si chiamava Aridisia.
Dulcinana viene a conoscenza della storia di Arid dal mago cieco Ajassus che la indirizza verso la vecchia torre dove forse troverà quello che sta cercando: i giardini di Arid, per piantare il seme che porta con sé.
Un classico della letteratura olandese fatto ad incastri, una storia con i delicati contorni della fiaba, tante storie che si muovono dentro ad altre storie, in un susseguirsi di racconti che poco per volta aggiungono elementi al romanzo rendendolo sempre più ricco di dettagli. Anche le canzoni e gli stornelli inseriti nel testo hanno una funzione: danno ritmo alle parole e scandiscono il tempo.
All’inizio il lettore viene scaraventato sulla barca del nano che scivola sull’acqua nera come la pece, ed è costretto a fare la traversata verso Arid prima con Dulcinana, poi con il menestrello. Poco per volta però la storia si colora attraverso i racconti di tutti i personaggi che, illustrando la loro vicende personali, delineano i contorni di un grande passato, quando Arid (anzi, Aridisia) era una città fiorente.
Ogni personaggio che incontra Dulcinana aggiunge un mattone alla città diArid con storie lunghe e corte che parlano di solitudine, di malefici, di rassegnazione e di paura, ma parlano anche di un passato glorioso di una città che non c’è più.
Il romanzo sembra diviso in due parti: l’incantesimo che ha colpito l’amore di Dulcinana (Miasarai) e l’incantesimo che ha avvolto la città di Arid, ma in realtà sono due modi di vedere la stessa sofferenza, due vuoti che, quando si incontrano si riconoscono.
Così come in ogni classica fiaba non c’è un solo protagonista, ma la città stessa diventa “un personaggio” amplificando la sofferenza di Dulcinana con i suoi muri di pietra.
Un romanzo circolare dove la fine coincide con l’inizio e ogni storia raccontata ha una giusta (perfetta) conclusione.
H!
(immagine: la copertina del libro)
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