FACCIAMO CHE IO ERO UN SUPEREROE!
di Emma Adbåge
Beisler Editore, 2021
a partire da 5 anni
“Facciamo che io ero…” è la frase che prima o poi ogni bambino pronuncia.
I giochi dei bambini non hanno uno spazio definito (possono trovarsi in una stanza ed essere in qualunque altro luogo con la fantasia) e nemmeno un “tempo”, infatti i bambini quando giocano utilizzano i verbi declinati all’imperfetto, loro non giocano in un momento preciso, ma in un contesto dove tutto è possibile.
Il tempo del gioco non segue mai le regole.
Alla scuola dell’infanzia Nils sta aspettando Jocke per giocare a Batman, ma nella stanza dei giochi arriva solo Pia. La bambina, secondo Nils, è una piccola rompiscatole, ma vuole comunque giocare ai supereroi con lui. Nils, che vuole fare Batman, assegna a Pia il personaggio di (un gattino pieno di artigli!).
Il gioco di ruolo comincia con le solite discussioni su chi fa cosa, ovviamente Nils è il supereroe più forte di tutti, ma sta sottovalutando la fantasia di Pia che di sicuro non ha bisogno di essere salvata, lei è un gatto speciale che sa esattamente come difendersi.
Intanto la stanza dei giochi alla scuola dell’infanzia e il suo contenuto si trasformano: diventano di volta in volta lo spazio profondo, un’isola deserta e una capanna in mezzo alle montagne.
Dopo la merenda i due bambini trovano un tesoro e Pia muore, ma non rimane morta a lungo! Nils si accorge che Pia è quella con le idee migliori ed è sempre un passo davanti a lui, chi l’ha detto che le femmine non sanno giocare a “facciamo che io ero…”?
Forse il personaggio del gatto di Pia è molto meglio di un supereroe!
Una volta chiarito chi è il più forte Nils e Pia finalmente giocano felici e (perché no?) forse si scambieranno i ruoli.
“Facciamo che io ero…” è forse il gioco più comune fra i bambini che attingono alla loro fantasia per creare ruoli e mondi infiniti, è un gioco dove idealmente “vince” quello che ha scelto il personaggio più forte, ma in realtà è il bambino con più immaginazione quello che tira le fila di tutto il racconto. Non esistono maschi e femmine, non esistono limiti, ma solo una regola non scritta: lo scontro verbale, il saper controbattere con idee sempre più geniali. Così in poche ore si creano storie che farebbero impallidire il migliore dei narratori.
Con questo albo illustrato l’autrice svedese ci riporta indietro nel tempo, dentro la fantasia dei bambini, a riscoprire il piacere di essere qualcun altro (di essere qualcos’altro) per il puro gusto di farlo.
H!
(immagine: la copertina del libro)
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