🐭 SOTTO LO STESSO TETTO / di Chris Raschka / traduzione di Francesco Piperno / Biancoenero edizioni, 2022 / a partire da 10 anni 🐭
New York.
Al numero 777 di Garden Avenue c’è un palazzo bizzarro che si innalza deciso sulla strada costruito negli anni Venti del Novecento dagli architetti Archer e Stone. Il palazzo disegnato da Stone esternamente si potrebbe definire neo-proto-azteco-egizio-gotico, ma anche l’interno è piuttosto originale, perché la piantina di ogni piano si snoda come le spire di un serpente che si arrotolano su stanze e corridoi.
Però il cuore del palazzo al numero 777 di Garden Avenue sono i suoi inquilini (e non parlo solo degli inquilini umani!).
Ecco a voi quindi dieci storie che si intrecciano, si sciolgono e raccontano le vicende dei personaggi che abitano, hanno abitato o semplicemente esistono, nell’originale condominio newyorkese!
Dal portiere che non sa proprio parlare di baseball (anche se ama moltissimo i fiori), all’uomo che nutre i piccioni perché secondo lui sono responsabili della forza di gravità, alla cantante d’opera che dà lustro all’intero stabile (ogni palazzo che si rispetti a New York deve avere almeno una cantante d’opera che gorgheggia) fino alla borbottante signora MacDougal… c’è sempre una borbottante signora MacDougal in tutte le storie, e in tutti i condomini!
Ma al numero 777 di Garden Avenue anche gli oggetti hanno un’anima come il vecchio ascensore numero due (Otis), testimone non proprio inanimato di una bellissima storia d’amore, o la stanza dimenticata del diciannovesimo piano, custode di ricordi felici.
Poi -come dicevo- ci sono anche degli altri ospiti nel palazzo, ospiti molto piccoli che vivono oltre i muri, fra le intercapedini delle pareti: i topi!
Storie tenere, malinconiche, antiche, buffe e piene di azione fanno capo a quell’unico indirizzo: il 777 di Garden Avenue, regalandoci tanti sorrisi e qualche momento di riflessione, perché è quello che i buoni libri lo sanno fare!
“Sotto lo stesso tetto” è finalista al PREMIO ANDERSEN 2023, Categoria 9/12 anni.
Questo libro è stampato con la font biancoenero® disegnata da Umberto Mischi per Biancoenero Edizioni rispettando accorgimenti visivi che facilitano la lettura di tutti, in particolare dei lettori dislessici.
H!
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