SASSOLINO
di Marius Marcinkevičius
illustrazioni di Inga Dagliė
traduzione di Elene Montemaggi
Caissa Italia, 2021
a partire da 7 anni
Vilnius, Lituania 1943.
Eitan e Rivka fanno volare un aquilone giallo sopra i tetti, oltre il ghetto dove ormai sono costretti a vivere.
Il giallo è l’unico colore brillante di queste pagine: giallo è appunto l’aquilone, gialle sono le stelle che i protagonisti portano sul petto, giallo è il bagel che profuma di buono, gialle sono le api, gialli sono i desideri e giallo è l’autunno che arriva nonostante tutto, perché la guerra può spazzare via molte cose, ma non può fermare le stagioni.
Eitan vorrebbe volare oltre il muro come il suo aquilone, ma Rivka (poggiandogli una mano sul petto) gli dice che la libertà non è un luogo, la libertà è dentro il nostro cuore.
Anche se il padre di Eitan è stato portato via, adesso lui ha Rivka a riempire le sue giornate: la bambina più coraggiosa del mondo!
Eppure il cielo è pieno di uccelli neri come neri sono gli uomini con la divisa scura che arrivano nel ghetto a portare via famiglie intere che non tornano più. Uomini rapaci con gli occhi inespressivi incapaci di qualsiasi sentimento…
Poi anche la famiglia di Rivka scompare e, quando l’autunno colora le foglie, gli uomini con la divisa nera arrivano a prendere Eitan e sua madre.
Eitan dopo una lunga marcia si stringe nell’abbraccio di sua madre, si perde nel battito del suo cuore, poi sente spezzarsi qualcosa, il mondo si spegne, così a lui non resta che rannicchiarsi su se stesso diventando sempre più piccolo, come un SASSOLINO.
Un sassolino che ancora una volta, molti anni dopo, ritroverà la pace grazie al cuore di Rivka.
Vilnus, la capitale lituana, prima della Seconda Guerra Mondiale era chiamata la “Gerusalemme del Nord” grazie alla sua antica comunità ebraica.
Durante l’occupazione nazista vennero uccise circa 100.000 persone prelevate dal ghetto e gettate in fosse comuni.
Gli autori hanno scelto di parlare di Vilnus, ma le stesse scene in quegli anni si ripetevano uguali in tutta Europa: pochi uomini armati e in divisa che decidevano la sorte di molti.
In queste pagine quello che colpisce è soprattutto la rassegnazione che sale quando la speranza si spegne per sempre e gli occhi che vedono ma non fanno nulla.
Un libro che, come una fiaba, cerca di raccontare l’atrocità attraverso le metafore e la inserisce fra le pagine di un quaderno a righe. Infatti leggendo questa storia sembra di sfogliare un quaderno di appunti, un tema su come un bambino si trasforma a causa dell’orrore che lo circonda e, solo dopo molti anni, l’unica persona che un tempo era in grado di cucire le sue ferite gli restituisce la pace.
H!
(immagine: la copertina del libro)