🐭 MOCHA DICK / LA VERA STORIA / di Francesco Cortonesi / illustrazioni di Ambra Galaschelli /
Edizioni Corsare – http://www.edizionicorsare.it/ 2023 / a partire da 10 anni 🐭
“L’essere umano ha sempre dato la caccia ai grandi cetacei.
Fin dalla preistoria.”
Grazie alle cronache dell’epoca ai romanzi e ai film conosciamo le storie delle grandi baleniere che dalla fine del 1700 ai primi anni del 1900 hanno affrontato gli oceani per cacciare i capodogli nei loro luoghi riproduzione, ma ci siamo mai domandati come sarebbero quelle stesse storie raccontate da un altro punto di vista?
Ecco allora un grande albo illustrato, tutto bianco e blu, che racconta quelle storie con voci diverse: quelle delle cronache sui giornali, quelle dei ricordi dei marinai che prestavano servizio sulle baleniere e quella della balena.
La balena è sempre la stessa: un grande capodoglio bianco che ha fatto parlare di sé per molti anni, al quale si è ispirato anche l’autore americano Herman Melville per il suo romanzo: Moby Dick.
Il capodoglio era noto come Mocha Dick, un esemplare maschio, bianco come la lana, lungo venti metri che sbuffa aria e acqua dalle narici anziché dallo sfiatatoio, vissuto nell’oceano Pacifico all’inizio del XIX secolo, conosciuto da chi navigava nelle acque vicino all’Isola Mocha, al largo del Cile meridionale.
La leggenda di Mocha Dick intreccia ancora oggi la storia con la fantasia: un capodoglio che si vendicava delle baleniere che uccidevano i suoi simili speronando e facendo affondare le navi dopo una breve rincorsa, costringendo così i marinai a vagare sulle scialuppe per giorni.
Molte baleniere hanno incontrato Mocha Dick durante la loro caccia agli odontoceti (che poteva durare anche due anni) e gli uomini dell’equipaggio hanno sempre riportato la stessa dinamica di attacco giurando di non aver mai visto nulla di simile!
La leggenda vuole che Mocha Dick si sia scontrato con più di cento navi prima di essere ucciso a metà del 1800, ma altri capodogli albini sono stati avvistati negli anni successivi, contribuendo ad alimentare il mito della balena bianca, ormai diventata protagonista di uno dei romanzi più famosi del mondo.
Ma, come dicevo, questo libro oltre alle cronache prende in esame il pensiero di una balena che assiste alla morte dei suoi simili per ricavarne circa 2000 litri di olio (dalla testa) e la preziosa ambra grigia (dall’intestino) per mano di piccoli uomini muniti di Così il desiderio di vendetta prevale…
Si calcola che in poco più di cento anni sono stati uccisi circa trecentomila capodogli e, nel frattempo, i cetacei avevano imparato a difendersi speronando le baleniere.
Quindi ecco tutte le storie di coloro che hanno incontrato il “leviatano”: la baleniera Essex (la più famosa per la tragica fine del suo equipaggio), la Industry, la Ann Alexander e la Kathleen si sono scontrate davvero con Mocha Dick e quello che ancora oggi possiamo leggere nelle loro cronache è il desiderio innato degli uomini di avere la meglio su qualcuno più grande di loro, un po’ per profitto, un po’ per superare i propri limiti, un po’ (come sostiene Melville nel suo romanzo) per combattere i propri demoni interiori.
Un raffinatissimo albo illustrato che descrive con un linguaggio crudo l’epoca della caccia alle balene e suggerisce una riflessione su una pratica che (purtroppo) è ancora praticata da alcuni paesi, anche se oggi tutto quello che il corpo di una balena ha da offrire può essere prodotto artificialmente.
H!
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