Michael Andreas Helmuth Ende (1929 – 1995) è uno scrittore tedesco, conosciuto soprattutto per i romanzi de “La storia infinita” e “Momo – ovvero l’arcana storia dei ladri di tempo e della bambina che restituì agli uomini il tempo trafugato”.
Figlio di un pittore (Edgar Ende) e arruolato a forza nell’esercito nazista poco prima che la Germania perdesse la guerra, Ende si iscrisse in seguito ad un partito antinazista e tentò la strada del teatro oltre ad altri lavori, finché su consiglio di un suo amico cominciò a scrivere.
Negli anni ’60 i suoi primi libri non ebbero successo immediato (“Le avventure di Jim Bottone” e il seguito “L’incredibile banda dei tredici pirati” pubblicati in Italia da Salani), ma gli permisero una discreta stabilità economica.
Nel 1972 scrisse “Momo” e nel 1979 il suo romanzo più famoso “La storia infinita” (scitto in due colori – rosso e verde -, 26 capitoli, ognuno che inizia con una lettera dell’alfabeto… sì anche la X!).
Il successo mondiale arrivò con “La storia infinita” (e in seguito con il film tratto dal libro del 1984, osteggiato dall’autore per le troppe modifiche apportate), invece “Momo” divenne prima un film (nel 1986) e poi un lungometraggio a cartoni animati di Enzo D’Alò (con la colonna sonora di Gianna Nannini).
I libri di Ende, oltre ad essere scritti (e tradotti) con un linguaggio perfetto, privo di sbavature, costringono a pensare: si possono leggere come romanzi fantasy o come viaggio introspettivo.
Purtroppo l’autore non ha saputo reggere il successo ottenuto grazie ad un mondo assetato di fantasy di un certo livello (prima di lui solo Tolkien e Lewis avevano raggiunto gli stessi picchi narrativi) e ha sempre fatto vita ritirata, fino alla sua morte nel 1995.
“Tutto ciò che accade tu lo scrivi”.
Disse.
“Tutto ciò che io scrivo accade”.
Fu la risposta.
(La storia infinita)
H!
(immagine: Ende con alcuni dei suoi romanzi e le locandine dei film)
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