L’INDIANO DELLA TORRE EIFFEL
di Fred Bernard
illustrazioni di François Roca
Logos Edizioni, 2020
a partire da 12 anni
Parigi 1889.
La costruzione della Tour Eiffel è stata ultimata, finalmente l’Esposizione Universale potrà avere luogo nella capitale francese.
Fra coloro che hanno contribuito alla costruzione del gigante di ferro c’è anche Billy Powona, un indiano americano che da due anni vive a Parigi e lavora all’edificazione della torre.
Billy frequenta anche il cabaret Insetto a pois di Montmartre e si è innamorato di Alice La Garenne, la cantante coi riccioli rossi e la voce malinconica (l’Usignolo di Montmartre) con la quale ha imbastito qualche piccolo Wild West Show.
Montmartre nel 1889 straripa di artisti e di poeti, ma anche Billy ha qualcosa da raccontare: il suo lavoro sugli alti edifici di New York, la costruzione della Statua della Libertà e poi il lavoro alla Torre Eiffel, la prima torre al mondo fatta interamente di ferro, che lui ha contribuito a edificare.
Finché si confonde fra gli artisti Billy è al sicuro, è in mezzo alle altre persone che la sua pelle rossa e la cicatrice che ha sul volto si fanno notare con prepotenza.
La Tour Eiffel è dunque terminata e al cabaret Insetto a Pois fa la sua ricomparsa una vecchia conoscenza di Alice, un uomo dai denti d’oro che -è subito evidente a Billy- porterà solo guai.
Poi tutto precipita: un avvertimento armato, un presagio e Billy che non arriva in tempo per salvare Alice e suo fratello dalla furia dell’uomo dal sorriso giallo che ha commesso un omicidio con i suoi coltelli da lancio per far ricadere la colpa su di lui.
A Billy non restano che una fuga rocambolesca ed un ultimo (disperato) gesto d’amore in cima alla torre di ferro che ha contribuito a costruire.
La triste storia dell’indiano della Tour Eiffel la sappiamo dal narratore, ma i giornali parigini ne raccontano un’altra che fa ricadere tutta la colpa su Billy Powona, del resto tutti gli indizi portano allo “straniero”.
Le straordinarie illustrazioni di François Roca, rosse e calde come la pelle di Billy, ci portano in una Parigi di fine secolo già proiettata verso il futuro, l’Esposizione Universale sta per avere luogo e la città brulica di modernità, ma i vecchi preconcetti sugli “stranieri” fanno dell’indiano americano l’assassino perfetto.
Un libro scritto in seconda persona dove l’autore si rivolge al protagonista come un vecchio amico: lo segue, osserva i suoi movimenti e racconta la sua storia con una malinconica vena poetica.
H!
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(immagine: la copertina del libro)
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