LE PAROLE POSSONO TUTTO
di Silvia Vecchini
disegni di Sualzo
Il castoro, 2021
a partire da 11 anni
graphic novel
“Una leggenda dice che ciascuna delle lettere dell’alfabeto supplicò Dio di essere scelta per creare il mondo, per essere la prima”.
Tutto inizia sempre con l’alfabeto, anche la storia di Sara che scrive lettere enormi sui muri con lo spray.
Sara ha litigato con la sua migliore amica Greta per colpa di un ragazzo ed è rimasta sola.
Greta era l’unica che non aveva paura della sua cicatrice, quella che l’ha segnata per sempre dopo l’incidente…
Ma quando Sara vuole esprimere tutto il suo disappunto sul muro della scuola viene sorpresa dal custode e la preside le propone trenta ore di lavoro sociale in una casa di riposo.
Che sarà mai stare seduta vicino a un vecchietto per qualche ora? Se questa è la punizione Sara la svolgerà facendosi gli affari suoi!
Alla casa di riposo però incontra il signor T. (come Torah), l’ospite della stanza numero 26, un uomo bizzarro che le confida di aver viaggiato nel tempo e le insegna l’alfabeto ebraico proprio come farebbe un antico maestro.
Sara frequentando il signor T. capisce che tutto ha avuto origine dall’alfabeto e quindi dalla parola scritta, che ogni lettera ha una forma precisa e quelle poche linee tracciate sulla carta rappresentano l’inizio di ogni cosa (come forma della lettera BET che è un recipiente chiuso su tre lati come una casa con la porta aperta: la casa da cui è uscito il mondo).
Ma Sara dal Signor T. impara anche che è tutto collegato, che le lettere si intrecciano le une con le altre (come i rami di un albero) dando origine prima alle parole e poi a ogni singola cosa, perché la parola pronunciata crea ed è anche capace di infondere la vita.
E proprio come il rabbino Rabbi Iehudah Ben Bezalel (detto Rabbi Leow) che creò dalla terra il Golem per proteggere gli ebrei del ghetto di Praga, Sara modella il suo Golem nel fango del fiume dove andava da piccola con i suoi genitori, nascondendo al suo interno un foglietto con le sue parole piene di solitudine, risentimento e tristezza.
Il Golem (che nel frattempo prende vita) diventa per Sara un compagno silenzioso e attento, qualcuno con cui sfogare quello che ha dentro da troppo tempo: l’incidente, la separazione dei suoi genitori, la rottura dell’amicizia con Greta, l’amore che si nega…
Una graphic novel profondissima che esplora l’importanza delle parole (quelle dette e quelle che si lasciano andare), e che parte da una storia come tante, dove una ragazza che cresce deve fare i conti con tutto quello che le accade intorno e non può controllare. Però l’incontro con il Signor T. aiuta Sara a rimettere insieme i pezzi della sua vita che le sta scivolando via. Grazie allo studio dell’alfabeto impara a guardarsi dentro, a vedere l’origine dei suoi malesseri e finalmente ad affrontarla.
Una piccola opera d’arte filosofica di parole e immagini dove ogni capitolo comincia con una lettera dell’alfabeto ebraico e una breve spiegazione, ogni capitolo è un nuovo inizio, una nuova creazione (il BERESHIT) perché le parole possono tutto.
“Tieni a mente la differenza tra dire e non dire. E nel dire scegli bene le tue parole” – Signor T.
H!