🐭 L’APPRODO / di Mario Pennacchio / illustrazioni di Daniela Tieni / lavieri.it / 2023 / a partire da 5 anni 🐭
Quando pensiamo a una filastrocca la associamo a parole che in rima (baciata o alternata) descrivono un qualcosa di spensierato con un risultato musicale.
E di solito è così.
In queste pagine invece la “magia” creata dalla filastrocca si presta a una narrazione più complessa, più vera, più intima…
Infatti Mario Pennacchio, con le sue parole appoggiate su una metrica perfetta, riesce a descrivere una storia che si ripete sempre uguale utilizzando la ricercatezza delle rime. Chi scrive in rima lo sa: il suono perfetto durante la lettura si ottiene solo con poche parole dove le sillabe “rimbalzano” alla perfezione. Il risultato finale è incredibile e fa fluire la lettura alla perfezione.
La storia è semplice: durante una notte di tempesta il mare si accanisce su una piccola barca carica di migranti. La furia del mare, come una bestia feroce, graffia con i suoi artigli i malcapitati, qualcuno si arrende alle onde, qualcun altro riesce a salvarsi. Ed è proprio uno dei superstiti che racconta questa esperienza e quello a cui assiste poco dopo.
Fra tanta disperazione un lamento si alza sopra gli altri: è una donna che sta partorendo. I tumulti della traversata hanno contribuito ad accelerare le doglie. E, come spesso accade, si forma un capannello di donne intorno a lei per coprirla da sguardi indiscreti.
Poi -ancora una volta- la vita prende il sopravvento…
Una storia raccontata molte volte sempre con parole diverse, che fra queste pagine suona come una canzone da cantare per non dimenticare.
Infine le immagini di Daniela Tieni sembrano uscite da un quadro espressionista e si attorcigliano intorno a quello che si sta svolgendo trascinando l’attenzione del lettore proprio al centro la scena.
Un albo illustrato di grande bellezza che ancora una volta rappresenta la disperazione umana salvata dalla speranza rappresentata da un vagito che rompe il silenzio.
“Finito il travaglio sentimmo quel pianto
che il bimbo intonava più dolce di un canto (…)”.
H!
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