🐭 LA DOPPIA VITA DI MEDORO / di André Bouchard / traduzione di Fabio Regattin / Logos – La biblioteca della Ciopi, 2022 / a partire da 5 anni 🐭
Come hanno fatto i cani a diventare lupi?
Forse la storia di Medoro può chiarire questo antico mistero etologico…
C’era una volta un cane in cerca di un misero pasto. Magro ed emaciato vagava nella notte alla ricerca di qualcosa per soddisfare le sue mandibole, poi il profumo di una saporita cenetta lo fece avvicinare a una casa con il tetto a punta.
L’anziana signora che abitava in quella casa offrì il proprio cibo alla bestiola.
Vi ho già detto che la “bestiola” era un lupo?
Ebbene sì, un lupo grosso, nero e famelico che da quel momento fu disposto a tutto pur di non perdere la sua ciotola di prelibatezze.
L’animale si sottoponeva a innumerevoli supplizi: manicure, pedicure, bagni profumati, mostre d’arte, pomeriggi passati a sorseggiare tè, fiocchi, nastri e cappellini… ma quanto poteva valere una ciotola di cibo per un lupo?
Medoro (così la signora aveva chiamato il “cane”) viveva sereno nel lusso e nell’agiatezza, fino a quando la sua ospite non si ruppe una gamba.
Così quando la ciotola non venne più riempita la natura selvaggia del lupo tornò in superficie e lo costrinse nuovamente a vagare in ceca di qualcosa per soddisfare le sue mandibole.
Però vivendo con gli uomini il lupo aveva imparato qualcosa di nuovo: aveva imparato ad essere un cane.
Acuto, dissacrante, grottesco e sapientemente illustrato con un fitto tratto di china, il lupo di Bouchard diventa qualcosa di completamente diverso: un animale disposto a rinunciare alla sua natura per non avere più fame. Una creatura spogliata del suo lato selvaggio e rivestita da capo a piedi, ma un lupo resta sempre un lupo, anche con i fiocchi.
H!
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