“La bambina che andava a pile”
di Monica Taini
Uovonero edizioni, 2018
(5 – 6 – 7 anni)
“Pensavo che i diversi fossero gli altri. Ora, mi dicono, la diversa sono io”.
Com’è la vita per una ragazza sorda?
Un mondo fatto di parole senza suono, un mondo in bianco e nero (come le illustrazioni di questo libro), dove il bianco sono parole che galleggiano nell’aria come farfalle e il nero sono le zone d’ombra da superare per una persona sorda inserita nella nostra società.
Un mondo inscatolato dalla legge nelle parole “diversamente abile” e “minorato sensoriale”.
Un mondo fatto di pile per l’apparecchio acustico che non si trovano mai quando servono.
Un mondo fatto di “etichette”: una volta (non molto tempo fa) un sordo era detto “sordomuto”, ma ai sordi piace parlare, con la bocca e con le mani, alcuni poi non stanno mai zitti!
Un mondo sincero: i sordi non sanno mentire.
Molti passi sono stati fatti per accorciare le distanze fra coloro che sentono e le persone non udenti, due mondi che si sfiorano senza toccarsi, ma gli unici ad accorciare le distanze, come al solito, sono i bambini.
Una storia piena di suggestioni, raccontata dal punto di vista di una bambina sorda, per imparare qualcosa di più su un mondo altrimenti silenzioso.
Da non perdere alla fine del libro un piccolo glossario semiserio (e strettamente confidenziale) di cultura sorda.
H!
Uovonero è una casa editrice specializzata in libri inclusivi, ad alta leggibilità, che promuovono una cultura della diversità.
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(immagine: la copertina del libro)
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