🐭 IL CORVO / di Evgenij Rudasevskij / traduzione di Francesca Mastruzzo / San Paolo, 2022 / a partire da 13 anni 🐭
Dima ha quattordici anni ed è emozionato per la sua prima caccia allo zibellino nella Taiga, in Siberia.
Suo zio Nikolaj Nikolaevič lo invita a partecipare alla battuta di caccia insieme ad altri due cacciatori (Vitja e Artemyč) in un rifugio in mezzo al bosco.
Dima è emozionato e già si immagina vantarsi con i suoi compagni di scuola di aver ucciso la sua prima preda durante l’inverno siberiano.
Le pellicce di zibellino sono molto preziose e le pagano bene, e la sua caccia in Siberia è regolamentata dalla legge.
Però prima c’è da lavorare. ripulire il rifugio, tagliare la legna, accendere la stufa, imparare a leggere le tracce lasciate dagli animali e piazzare le trappole.
Dima ha gli occhi pieni di ammirazione per suo zio che reputa un grande cacciatore. Nikolaj Nikolaevič è un tizio burbero e di poche parole, un uomo alto e forte che ha partecipato alla sua prima caccia quando aveva solo dieci anni.
C’è moltissimo da imparare nella taiga, perché le cortecce degli alberi e la neve sanno parlare ai cacciatori che sono capaci di seguire le prede per un giorno intero.
Poi un corvo arriva come un’ombra nera a spegnere l’entusiasmo di Dima che, per la prima volta nella sua vita, mette in discussione tutte le sue emozioni…
Dopo che i cacciatori hanno appeso della carne di cervo fuori dal rifugio il corvo ogni giorno aspetta che escano per servirsi di un pezzetto.
Comincia così una guerra silenziosa fra i cacciatori e il pennuto dove gli uomini vogliono ucciderlo per impedirgli di spolpare la carcassa.
Il corvo però è molto furbo ed è capace di capire quando i cacciatori sono appostati con il fucile.
I tre cacciatori si alternano nell’appostamento per sparare all’animale, perdendo interi giorni di caccia, però quell’immobilità li costringe a guardare dentro se stessi.
Intanto Dima assiste a cosa vuol dire veramente cacciare e scuoiare un animale e si domanda che differenza c’è fra il dolore che prova un uomo e quello che prova uno zibellino. Nel silenzio della taiga, immerso nella neve fino alle ginocchia, si chiede che senso ha quello che stanno facendo: perché alcuni animali vengono cacciati e altri no? Perché alcuni animali si mangiano e altri sono considerati “da compagnia”? Forse perché l’uomo è più propenso a umanizzare un animale “carino”?
Dima decide anche di combattere la battaglia del corvo che reclama per sé un pezzetto di carne così piccolo da non dare fastidio a nessuno.
Un romanzo di formazione che descrive alla perfezione la presa di coscienza di Dima quando si trova davanti al bivio che lo condurrà verso la vita adulta.
Una curiosità: il corvo in molte culture è considerato un “messaggero”.
Evgenij Rudaševskij è nato a Mosca nel 1987. Oggi giornalista ha viaggiato a lungo attraverso i luoghi più incredibili, ha lavorato come guida nella taiga e presso il delfinario di Irkutsk in Siberia. L’ecologia, la conservazione delle culture e delle lingue indigene sono tra i suoi principali interessi.
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