BEAVER, COME CASTORO
di Serena Ballista
illustrazioni di Martina Paderni
Settenove, 2021
a partire da 5 anni

Non si nasce imbranate, lo si diventa solo se ci accontentiamo!
E Simone de Beauvoir lo sapeva bene. Anche la scrittrice e filosofa francese, considerata la “madre” del femminismo, è stata una bambina che si è vista negare qualcosa, nel suo caso una bicicletta.
Simone nasce a Parigi in una notte d’inverno.
I suoi amici la chiamano quasi subito Beaver (castoro) per assonanza con il suo cognome, ma a Simone i castori piacciono davvero, perché costruiscono dighe sfidando qualcosa di immutabile come la corrente.
Per tutta la sua vita Simone paragonerà se stessa a un castoro proprio per la sua capacità di costruire ostacoli e impedire che le cose siano sempre uguali (come l’acqua di un fiume che scorre).
Come dicevamo, anche Simone però è stata una bambina, una bambina che voleva la bicicletta. Però quando Simone era piccola le bambine non andavano in bicicletta, inoltre sua mamma aveva paura che potesse cadere…
Eppure Simone sapeva già che la vita funziona proprio così: se si va in bicicletta si può cadere, ma poi ci si rialza, è l’unico modo di vivere!
Quindi torniamo alla frase iniziale: non si nasce imbranate, lo si diventa se non si ha la possibilità di imparare.
Simone de Beauvoir questa lezione l’ha imparata molto presto e, quando è diventata grande, ha scritto tanti libri per insegnare ai suoi concittadini (e a tutto il mondo) a non aver paura delle bambine che pensano, imparano, agiscono e vanno in bicicletta.
Un libro dalle delicate illustrazioni color pastello per cominciare a conoscere il pensiero di un personaggio molto controverso della letteratura mondiale, e capire da dove nasce il suo messaggio di ribellione e uguaglianza.
H!
(immagine: la copertina del libro)