IL DIRITTO DI SOGNARE
di Sarah Pellizzari Rabolini
illustrazioni di Ilaria Zanellato
Mondadori, 2021
a partire da 9 anni
Che cos’è il diritto di sognare?
Lo spiega molto bene questo romanzo di Sarah Pellizzari Rabolini che prende spunto da due vite molto lontane nel tempo per spiegare cosa sono i diritti dell’essere umano.
Beatrice è una ragazza che vive a Roma, è piuttosto brava in tutto, ma non eccelle in nulla. Sicuramente ama scrivere storie e appuntare (rigorosamente in ordine alfabetico) le parole che incontra durante il giorno sulla sua rubrica, perché non si sa mai da dove può arrivare una buona storia!
Claudette Colvin invece è un’adolescente di colore che vive in America (a Montgomery in Alabama) negli anni Cinquanta e vuole cambiare il mondo, ma ancora non sa che diventerà un esempio per tutta la sua comunità.
Beatrice intanto approfondisce l’amicizia con Alex, un suo compagno di classe senegalese, e grazie a lui capisce che la parola “nero” ancora oggi è considerata molto negativa.
Claudette cresce in un’America dove neri e bianchi sono separati da muri sociali altissimi e, a soli quindici anni, comincia a frequentare la NAACPA (National Association for the Advancement of Colored People) dove conosce il reverendo Martin Luther King e capisce che anche lei ha dei diritti.
Due storie molto distanti nel tempo che fanno riflettere sullo stesso tema: Beatrice si rende conto che la vita del suo amico Alex è molto difficile poiché i pregiudizi per il colore della sua pelle sono ancora molto radicati, Claudette invece si domanda come mai una cosa semplice come provare un vestito o guardare negli occhi un ragazzo bianco le sia negato.
Alex intanto fa conoscere la storia di Claudette a Beatrice: Caludette Colvin nel 1955 -nove mesi prima che Rosa Parks con il suo gesto diventasse famosa in tutto il mondo- si era rifiutata di lasciare il posto sull’autobus ad una donna bianca. Il gesto di Claudette non aveva fatto rumore come quello di Rosa (complice anche la sua giovane età), ma fu il primo focolaio di rivolta alla segregazione razziale nell’America degli anni Cinquanta. Così Beatrice decide di scrivere un racconto su di lei per far conoscere a tutti il suo coraggio, perché sono i piccoli gesti che cambiano il mondo…
Questo romanzo che scorre via leggero come una farfalla (la farfalla è molto importante nel testo) alterna i capitoli raccontando le storie di Beatrice e di Claudette, saltando dal presente al passato e viceversa perché non è facile cambiare i pregiudizi, ma bisogna sempre essere pronti ai cambiamenti.
Claudette Colvin esiste davvero e ha plasmato la storia senza aver combattuto in prima linea, anzi, si è trasferita a New York, lontano dall’Alabama, dove vive ancora oggi.
Un romanzo perfetto che alterna alla perfezione il passato e il presente e affronta temi molto complessi con grande semplicità.
Un libro che parla il linguaggio universale che risuona dentro ognuno di noi.
H!
(immagine: la copertina del libro)
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