La parola mito deriva dal mythos che significa parola, discorso, racconto, mentre la parola mitologia designa l’insieme dei miti tramandati da un popolo ma anche gli studi scientifici sul mito stesso.
La narrazione del mito racconta le origini del mondo e delle sue creature: di come sono diventati ciò che sono oggi.
Di solito i protagonisti del mito sono dei ed eroi e le vicende narrate (oralmente) hanno luogo in un’epoca che precede la storia scritta.
Per l’uomo primitivo la natura, la vita, la storia e tutto ciò che lo circonda, appare come un turbinio di immagini senza senso e il mito diventa quindi un modo per ordinare e conoscere la propria realtà.
Egli non conosce le leggi che governano la natura, le cause della vita e della morte, del bene e del male, non comprende i motivi storici che hanno determinato la condizione del suo popolo e, davanti a questo universo di immagini che la natura e la vita gli propongono ogni giorno, rischia di perdersi, di cadere preda dell’ansia e della paura così, solo attraverso i miti, egli trova il senso della realtà, costruisce l’ordine di quelle immagini, altrimenti incomprensibili.
I miti rivelano l’ordine profondo che regola la vita e la morte, i successi e le sconfitte, l’estate e l’inverno, tutto ciò che è accaduto e che accadrà.
Come dice la parola, il mito è soprattutto un racconto dove c’è una storia da presentare, che ha dei lati terribili, ma anche spesso dei risvolti tristi dove ci sono dei personaggi in azione e una trama che si snoda. I miti appartengono alla tradizione orale di un popolo e nell’antichità venivano raccontati presso gruppi umani che non conoscevano la scrittura e solo in seguito raccolti e trascritti.
Infine il tempo del mito è assai vicino a quello della fiaba, come le fiabe iniziano con il loro “c’era una volta”, così molto spesso i miti iniziano con espressioni come: “in illo tempore”, “in origine” o “quando ancora non c’era tempo”.
(immagine: un’illustrazione di Boris Vallejo)
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